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Pompei in video
Visita Virtuale di Pompei
Mappa Pompei
La città di Pompei, seppellita sotto una coltre di ceneri e lapilli durante l'eruzione del Vesuvio del 79, insieme ad Ercolano, Stabia ed Oplonti è oggi visitata ogni hanno da circa 3 milioni e 500 mila visitatori.
Posizione geografica e storia
Pompei sorge su un altopiano di formazione
vulcanica,
posto sul versante meridionale del Vesuvio, a circa 30 metri sul livello del
mare ed a breve distanza dalla foce del fiume Sarno.
La città fu sin dall'inizio
legata alla sua posizione sul mare e presto la città passò dall'egemonia greca
alla formidabile potenza degli Etruschi, risalgono a quel periodo il Tempio di
Apollo e le Terme Stabiane.
Successivamente Pompei vide l'inarrestabile discesa
delle popolazioni
sannitiche provenienti dalle zone montane che conquistarono nel corso del V
secolo a.C. tutta la Campania, ad eccezione di Neapolis.
Ma fu nel II secolo
a.C. col dominio di Roma sul Mediterraneo che la città conobbe un periodo di
grande crescita a livello economico,
soprattutto attraverso la produzione e
l'esportazione di vino e olio.
Risalgono a questo periodo il Tempio di Giove, la
Basilica nell'area del Foro e la Casa del Fauno.
La situazione economica fu
florida per molto tempo, tanto che furono costruiti l'Anfiteatro e l'Odeon e in
tempi
successivi
l'Edificio di Eumachia e il Tempio della Fortuna Augusta. Nel 62 d.C. iniziarono
i problemi per la città con un disastroso terremoto che provocò gravissimi danni
e successivamente, il 24 agosto del 79 d.C., la grande eruzione del Vesuvio con
la quale Pompei fu sepolta completamente da una fitta pioggia di lapilli e
cenere.
L'urbanistica di Pompei
Oggi sappiamo che Pompei, al tempo dell'eruzione, si
estendeva
su quasi 64 ettari e la sua popolazione era di circa 20.000 persone. La
planimetria della città dalla regolarità geometrica derivava fondamentalmente
dall'urbanista greco Ippodamo di Mileto, anche se non si conformava pienamente
alla sua rigida disposizione. Tuttavia Pompei costituisce il primo esempio di
pianificazione urbana sistematica in Italia.
Architetti, progettisti e costruttori
ebbero il loro momento più felice al tempo di Nerone, come conseguenza del
terremoto del 62 d.C. Infatti, durante gli ultimi diciassette anni della vita
della città, essi furono chiamati, non solo ad ampliare la zona di Pompei, ma
anche a ricostruire i numerosi edifici che il terremoto aveva distrutto o
danneggiato.
Oggi, il visitatore della città dissepolta, scopre con sorpresa,
come fossero anguste la maggior parte delle strade dell'epoca, generalmente da i
2,4 metri fino a arrivare ai 7 metri.
In molti incroci si incontrano delle
fontane decorate con pietre scolpite sormontanti la vasca rettangolare di
pietra.
Le fontane, come pure numerosi edifici, erano alimentate da tubazioni di piombo
disposte sotto i marciapiedi e che prendevano l'acqua da un acquedotto che
cominciava da Serino, nei pressi dell'odierna Avellino, a 26 chilometri
nell'entroterra.
Ma ciò che affascina della città di Pompei e la rende, dal
punto di vista storico ed artistico, un luogo unico al mondo, è la possibilità
di poter ricostruire, passo dopo passo, lungo le vie lastricate di basalto
lavico, la vita quotidiana degli abitanti di una città, che un evento
catastrofico come l'eruzione del Vesuvio, ha reso immortale.
L'Arte a Pompei
Dal punto di vista artistico le case erano dominate da affreschi che
costituivano l'aspetto più straordinario di Pompei.
Tradizionalmente alle
pitture della città sono stati assegnati quattro stili diversi, definiti "primo,
secondo, terzo e quarto stile pompeiano", anche se oggi si pensa che tale
suddivisione sia ampiamente inadeguata a rappresentare la varietà delle tecniche
pittoriche. Infatti la molteplicità di stili nella decorazione pittorica che
rivestiva le pareti delle case pompeiane è evidente e va dalla sobria
ripartizione in riquadri colorati, a scenari architettonici, talora semplici e
talora molto complessi, fino alla visione di prospettive assolutamente
fantastiche, alle scene figurate e
alla ornamentazione pura.
La tecnica
utilizzata
per realizzare gli affreschi consisteva nell'applicare al muro due o tre strati
ben fatti di intonaco calcareo, mescolato con sabbia e calcite. Quindi si
dipingeva prima il fondo e si lasciava asciugare. Quando il tutto si era ben
essiccato, si procedeva con la tecnica dell'encausto.
Naturalmente i pigmenti usati erano costituiti soprattutto da terre colorate
come le ocre, da tinte minerali come il carbonato di rame e infine, da tinte di
origine vegetale e animale.
Mirabili esempi sono rappresentati dagli
affreschi
della Casa dei Vettii, tra cui spiccano gli Amorini che documentano le varie
attività artigianali; dalla
splendida Venere in conchiglia della Casa di Venere
o dal misterioso ciclo di affreschi della Villa dei Misteri, dedicato al culto
di Dionisio, di 3 m. x 17, che costituisce una delle più grandiose
raffigurazioni pittoriche dell'antichità. E poi che dire dell'arte della
scultura in bronzo che ha un suo celebre esempio nel Fauno danzante dell'omonima
Casa, dell'amore per il vasellame
e dell'argenteria confermata dal ritrovamento di ben 115 pezzi d'argento nella
Casa di Menandro.
I mosaici completavano mirabilmente la decorazione delle case:
dai più semplici in coccio pesto, ai tasselli in bianco nero con motivi
geometrici come il Cave canem della Casa del poeta tragico, alle vere e proprie
opere d'arte con la più vasta gamma di tinte, come la Battaglia di Isso
rinvenuta nella Casa del Fauno e oggi al Museo Nazionale di Napoli, che ritrae
Alessandro Magno contro Dario.