Cenni sul pensiero di
Giorgio Grasso e sul suo "Rivoluzionismo":
Giorgio Grasso è uno che non si risparmia, è Critico d’Arte tra i più quotati,
stretto collaboratore di Vittorio Sgarbi, creativo iniziatore del
Rivoluzionismo, corre in aiuto degli artisti emergenti pur mantenendo la
vicinanza con i più quotati veri artisti del momento.
Giorgio Grasso conosce Vittorio Sgarbi da molti anni e questa amicizia ha
condotto Grasso ad accompagnare l'eclettico e noto critico ferrarese in diverse
esperienze, diventando suo Capogabinetto quando questi era Sottosegretario ai
Beni Culturali, suo assistente quando Sgarbi era Assessore alla Cultura al
Comune di Milano, assumendo egli stesso la carica di Assessore a Salemi nella
Giunta guidata dall’amico, fino all’iniziativa politica con il movimento “I
Liberal Sgarbi - I Libertari”.
Giorgio Gregorio Grasso ha fondato il “Rivoluzionismo“, che presenta come un
“movimento culturale e artistico che si pone l’obiettivo, attraverso l’arte e la
cultura, di modificare l’attuale società che versa in una profonda e drammatica
crisi”.
Come il “Futurismo” è stato un movimento di artisti, di letterati e di poeti, il
“Rivoluzionismo” ha come scopo quello di mobilitare le masse degli artisti, che
in Italia sono tantissimi, per rivoluzionare il mondo dell’arte e per
rivoluzionare l’idea stessa di arte.
Il "Rivoluzionismo" critica l’arte concettuale di Duchamp, la “Merda d’artista”,
"il sonno d'arista", "il vomito d'artista" e in una parola tutta la non-arte che
in realtà ha rovinato la vera arte, modificando la mentalità, non solo degli
operatori, ma anche dei fruitori dell’arte.
Nel manifesto del "Futurismo" Marinetti scrisse: "vogliamo liberare questo
paese dalla sua fetida cancrena di professori, d'archeologi, di ciceroni e
d'antiquari. Già per troppo tempo l'Italia è stata un mercato di rigattieri. Noi
vogliamo liberarla dagli innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri".
Oggi Giorgio Grasso, forse direbbe che vuole liberare l'arte dalla "merda
d'artista". Di certo oggi Grasso dice che occorre ritornare alla vera arte e
soprattutto ritornare a uno Stato - di qui la mobilitazione rivoluzionista - che
si occupi dell’arte. Oggi occorre dare concrete possibilità ai giovani artisti
di lavorare, di esporre, di farsi vedere, occorre uno Stato che dia la
possibilità agli artisti italiani di esportare l’arte in tutto il mondo.
L’Italia,
che è nota nel mondo per l’arte, oggi e da troppi anni è classificata per l'arte
contemporanea di Serie B, perché oggi l’arte parla inglese, tedesco, francese,
ma sicuramente non parla italiano.
Il “Rivoluzionismo” vuole modificare la mentalità della classe politica italiana
e quindi di tutta la popolazione, di cui la classe politica è soltanto
l’emanazione, la rappresentanza, nei confronti dell’arte.
Quindi più attenzione, più indirizzo artistico reale e poche rappresentazioni
politico-comunicative che fanno passare per arte quella che invece arte non è.
Secondo Giorgio Grasso è da troppo tempo che è stato snaturato il concetto
dell’arte, e che dell’arte si fa soltanto della merce. L’arte è vista solo come
“quanto vale”, “quanto rende”, “quanto investi”, per cui tu compri la “merda” a
un euro e poi la rivendi a cinque, e questo guadagno è la sola ragione per
comprare “merda”. Compri le opere di "X" o vendi "X" perché è un investimento e
nessuno più segue l’arte per l’arte.
In questo senso serve una rivoluzione e per questo dice: "Non sopporto che
l’arte sia esclusivamente legata al mercato anche se il mercato è fondamentale e
serve e va valorizzato, ma non c’è solo il mercato della "merda", basta riuscire
a vendere e a diffondere e a valorizzare la vera arte".
Giorgio Gregorio Grasso è:
Prossimamente alla mostra sul patrimonio UNESCO italiano
Italy Kissed
Alla 57a edizione della
Biennale di Venezia
Alla
Mediolanum Art Gallery di Padova per il Premio Internazionale d'Arte
Contemporanea
Alla
Triennale del Bramante di Roma
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